In tema di medicina moderna, oggi possiamo contare costantemente sull’impiego di tecniche e prodotti innovativi, studiati al fine di risolvere una diversa gamma di patologie in modo meno invasivo e più efficace rispetto ai metodi tradizionali. Tra gli eccipienti che attirano maggiormente l’attenzione dei ricercatori di tutto il mondo c’è il cannabidiolo (CBD) e in particolare la sua azione antinfiammatoria contro disturbi come l’artrite e i reumatismi.
Vediamo allora in che modo questo prodotto può rivelarsi una vero e proprio aiuto contro disturbi invalidanti come quelli appena richiamati.
CBD: cos’è e quali sono le sue proprietà
Il cannabidiolo è un particolare enzima ricavato dalla pianta di cannabis sativa. Parlando di canapa, il più delle volte si fa riferimento alla sua azione psicoattiva e al fatto che si tratta di un prodotto stupefacente; in realtà occorre entrare più nel dettaglio per comprendere come da una stessa materia prima si possano ottenere derivati differenti.
Infatti, la pianta si contraddistingue da due componenti complementari, ma sostanzialmente diversi tra di loro: il THC e il CBD. Il primo causa gli effetti tipici di uno stupefacente, quali l’azione psicogena e di sovraeccitamento, mentre il secondo determina effetti di fatto contrapposti, come una maggiore sensazione di rilassamento e di benessere psico-fisico.
Non a caso, l’olio di CBD viene utilizzato sempre di più per il trattamento di diverse condizioni fisiche e psicologiche compromettenti; questo principio attivo si rivela altamente benefico come antidolorifico, antinfiammatorio, calmante in situazioni di stress e come distensivo contro ansia e attacchi di panico. Uno studio del 2020 pubblicato sul “Journal of Clinical Medicine” ha evidenziato come il CBD possa ridurre l’ansia e migliorare il sonno nei pazienti affetti da disturbi d’ansia generalizzata.
Un altro aspetto rilevante del CBD è rappresentato dalla modalità di estrazione: il CBD migliore di qualità maggiore infatti viene ottenuto dalla cannabis attraverso l’estrazione tramite supercritica CO2 che garantisce un estratto puro, potente e altamente controllato. Il CBD è disponibile sul mercato sotto varie forme (creme, lozioni, olio, cristalli) e con diverse concentrazioni; tra queste, l’olio di CBD rappresenta il prodotto migliore sia per la massima presenza di principio attivo che per la versatilità di utilizzo.
Come agisce il CBD sugli stati infiammatori
Una delle condizioni che determina maggiore malessere per l’organismo sono le infiammazioni; a seconda dei casi, queste possono essere considerate come la reazione del corpo verso altre cause, come ad esempio delle lesioni, delle infezioni o dei virus.
L’infiammazione comporta spesso dolore e difficoltà a svolgere anche le normali incombenze quotidiane e per trovare un po’ di sollievo è necessaria l’assunzione di farmaci antinfiammatori più o meno forti, che con il tempo potrebbero anche creare assuefazione o dipendenza.
Da recenti studi, è stato osservato come il CBD possa sostituire molti medicinali antinfiammatori, grazie alle sue grandi potenzialità terapeutiche. Nel dettaglio infatti, il principio attivo è in grado di agire sui recettori della glicina per calmare la sensazione dolorosa, ha un effetto immunosoppressivo e al contempo stimola le difese immunitarie dell’organismo per una questione legata non solo alla risoluzione del problema, ma anche per una prevenzione futura.
Le molecole che si ritengono efficaci sotto il profilo antinfiammatorio sono la cannaflavina A e la cannaflavina B, le quali, messe a confronto con farmaci come l’Aspirina, si sono rivelate ben 30 volte più forti. Un importante studio condotto dall’Università di Guelph in Canada e pubblicato nel 2019 su “Phytochemistry” ha dimostrato questa straordinaria efficacia. Se si considera poi che questi benefici possono essere ottenuti grazie all’impiego di un prodotto totalmente naturale, l’apprezzamento diviene ancora più rilevante poiché si evita di “avvelenare” l’organismo con sostanze chimiche che possono risolvere il problema sul momento, ma che nel lungo periodo possono rivelarsi tossiche e controproducenti.
Tipologie di infiammazioni e complicanze di una cura inadeguata
Tuttavia non tutti gli stati infiammatori sono uguali e di fatto si distinguono infiammazioni acute e infiammazioni croniche. Le prime durano in genere alcuni giorni e riguardano i tessuti dell’organismo; le infiammazioni acute manifestano il riconoscimento da parte dei recettori della presenza di un agente patogeno. Le infiammazioni croniche invece hanno una durata prolungata nel tempo e possono prodursi in seguito a un errato o inefficace trattamento di un’infiammazione acuta o all’incapacità dei sistemi di difesa di contrastare gli agenti patogeni. Al riguardo, risulta particolarmente importante intervenire in tempo sulle infiammazioni di questo ultimo tipo, poiché è stato dimostrato che a lungo termine possono dare origine a condizioni ben più invalidanti, tra qui l’insorgenza di diabete, di alcune malattie cardiache e di alcune forme tumorali.
Il principio attivo estratto dalla canapa agisce in modo piuttosto importante sulle infiammazioni acute e impedisce quindi il passaggio a stati ben più complessi, i quali richiedono necessariamente l’impiego di terapie farmacologiche. Se però da un lato permette di risolvere tali disturbi, dall’altro rafforza il sistema immunitario per una più efficace prevenzione contro le infezioni e gli attacchi di altri agenti. Insomma, il CBD permette di agire a 360° sulla salute complessiva dell’organismo e godere quindi di un benessere che coinvolge sia il corpo che la mente.
Come assumere il CBD come antinfiammatorio
Sebbene sia da considerarsi un valido alleato per la salute, è bene dare la giusta attenzione al dosaggio del CBD e richiedere un consulto al proprio medico curante prima di iniziare il trattamento, nel caso si soffra di patologie o di altri disturbi rilevanti.
Infatti, se questo composto permette di stimolare la risposta immunitaria contro gli agenti patogeni come detto prima, può essere anche in grado di abbassare di molto le proprie difese ed esporre a maggiori rischi se assunto in quantità eccessive o mal dosate. Per individuare allora il dosaggio migliore occorre considerare una serie di parametri, che possono essere rappresentati dalle condizioni fisiche del soggetto, dai fattori esterni, dalle funzionalità biologiche, dalla capacità di assorbimento delle sostanze, ecc. Al riguardo, le ricerche sono ancora in corso, ma i risultati in merito ai benefici del CBD sono già particolarmente sorprendenti e meritevoli di attenzione.