La ricerca sulla cannabis

La ricerca sulla cannabis

L’olio di cannabis è un prodotto ricercato in quanto ha effetti analgesici e sedativi su vari tipi di malattie. Tuttavia, la ricerca è stata molto limitata per molti anni, e solo negli ultimi decenni sono stati condotti studi clinici approfonditi in cui gli scienziati hanno esaminato sistematicamente le proprietà benefiche dichiarate di questa sostanza.

Anche la ricerca sull’olio di cannabis è stata difficile, poiché la sostanza è stata considerata per molti anni – e lo è tuttora – come una droga illegale con un alto potenziale di dipendenza, che non ha valore medico.

Cosa sappiamo sulla cannabis?

Circa 20 anni fa, i ricercatori hanno scoperto che esiste un sistema nel cervello che risponde alle molte sostanze chimiche presenti nella cannabis. Questo sistema è chiamato sistema endocannabinoide. Esso influenza diversi organi e non ultimo il nostro sistema immunitario. Ovviamente, sarà interessante per i ricercatori scoprire come i farmaci a base di cannabis possano essere usati per influenzare l’intero organismo. Questa scoperta ha dato il via a diverse ricerche sulle malattie che possono essere influenzate positivamente dalla cannabis.

Mancanza di studi clinici

Le ricerche sono moltissime: dall’uso della cannabis come agente per stimolare l’appetito a uno studio per vedere se la cannabis può aiutare con l’autismo. Ma purtroppo non sono stati condotti studi clinici sulla potenziale cannabis.

Uno studio clinico è un metodo scientifico che viene utilizzato per indagare se effettivamente una particolare sostanza ha un effetto benefico. Consiste semplicemente nel dare il farmaco giusto a un gruppo di pazienti, mentre un altro gruppo riceve un placebo. Il placebo è in genere una pillola di calce che non ha alcun effetto.

Se il gruppo che riceve il farmaco vero migliora e l’altro gruppo che riceve il placebo non migliora, ci sono prove preliminari che il farmaco stia funzionando.

Attuali prove cliniche

Nella pagina ClinicalTrials.gov si può trovare una panoramica degli studi in corso. Al momento sono in corso 702 studi clinici sulla cannabis. Ma perché la ricerca non viene enfatizzata nonostante così tante persone riferiscono inequivocabilmente una migliore qualità della vita dopo aver usato la cannabis?

È difficile rispondere, ma per la maggior parte riguarda affari e interessi economici e non. La cannabis ha una pessima reputazione. Il tutto ha avuto inizio negli anni ’60, quando gli interessati alla cannabis per uso terapeutico vennero accusati di voler creare tossicodipendenza e che la cannabis avrebbe aperto le porte a qualsiasi altro tipo di droga.. È vero che ci sono consumatori di marijuana che fanno anche uso di altre sostanze stupefacenti. Ma affermare che esiste un legame diretto tra l’uso della cannabis e l’uso di sostanze come l’eroina è coerente come l’affermare che tutti i bevitori di caffè alla fine diventano fumatori.

Ricerca italiana

La SIRCA (Società Italiana Ricerca Cannabis) si pone come obiettivo lo sviluppo ed il progresso della ricerca e degli studi scientifico didattici ed assistenziali per gli usi medici della cannabis e dei cannabinoidi.

Questa società opera stimolando ricerche, raccogliendo e diffondendo informazioni, fornendo consigli tecnico-metodologici, incoraggiando ed incentivando l’addestramento di personale qualificato, organizzando e mantenendo i rapporti con Associazioni o Società italiane e straniere che hanno obiettivi comuni.

Inoltre si propone di tutelare i valori morali e professionali di coloro che si dedicano allo studio ed alla prassi della terapia con cannabinoidi.

Risultati della ricerca

I maggiori risultati si sono ottenuti in relazione con la terapia del dolore e l’aumentare l’appetito e ridurre la nausea nei pazienti sottoposti a chemioterapia. La ricerca ha gradualmente dimostrato che la cannabis ha un effetto positivo piuttosto importante in questi casi. Si deve considerare però anche che la cannabis, come qualsiasi altra medicina, ha una serie di effetti collaterali.

Trattamento del dolore

È stato dimostrato che l’uso di Sativex seppur allevi il dolore, può aumentare l’affaticamento e provocare vertigini nel paziente. Tuttavia, va detto che gli effetti collaterali sono minori; e se messi in correlazione con gli effetti collaterali della tradizionale terapia del dolore, risultano davvero trascurabili.

Trattamento anti nausea

La cannabis ha anche mostrato un buon effetto sulla nausea. Ciò è stato confermato anche dagli studi clinici. Tuttavia sembra esserci poca differenza tra le medicine tradizionali e l’uso della cannabis in questo caso. Ricerche recenti suggeriscono che la cannabis venga utilizzata per il trattamento della nausea solo per quei pazienti che non ricevono un trattamento analgesico tradizionale.

Stimolazione dell’appetito

È stato inoltre analizzato se la cannabis possa aiutare i malati oncologici con la perdita dell’appetito. Due studi danesi non hanno dato motivo di ritenere che la cannabis abbia un effetto positivo in questa area. Tuttavia è prematuro trarre conclusioni perché gli studi clinici condotti sono stati inadeguati. Ad esempio, la cannabis potrebbe avere un effetto positivo sull’appetito di alcuni tipi di pazienti oncologici, e non di altri. È ancora da indagare.

Applicazione oncologica

Fino ad ora non è stato fatto alcun tentativo serio per dimostrare chiaramente se la cannabis possa curare il cancro. Tuttavia, gli studi sugli animali hanno dimostrato che alcune sostanze contenute nella cannabis possono distruggere le cellule tumorali e compromettere la capacità del tumore di sopravvivere nel corpo. Pertanto, è possibile che la cannabis possa aumentare gli effetti della chemioterapia.

Ricerca intaccata dalla reputazione della cannabis

Per essere un buon ricercatore è necessario essere costantemente critico. Bisogna costantemente mettere in discussione i risultati ottenuti in modo che tutti gli errori possano venire a galla ed essere corretti gradualmente. Uno dei principali problemi della ricerca sulla cannabis è però la cattiva reputazione del farmaco. Da molti è tuttora percepito come una droga le cui proprietà sono principalmente di dare “una pausa” al paziente.

Tuttavia, dobbiamo ricordare che molti altri farmaci hanno lo stesso effetto, la morfina per esempio. Fortunatamente negli ultimi anni c’è stato un cambio di atteggiamento, grazie a scienziati e politici in particolare che hanno scoperto che la cannabis ha un potenziale molto elevato per uso terapeutico. La speranza è  che la ricerca acceleri davvero nei prossimi anni.